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Ristoranti a tutta
birra
La bionde piacciono
agli chef e ora vanno a finire sulle loro carte
C'è
una curiosità nella Guida Espresso da poco in edicola, la veterana dei
baedecker gastronomici italiani presentata mercoledì scorso a Firenze. In
attesa di conoscere le novità di Gambero Rosso, che arriveranno lunedì a
Roma, va ricordato che nella "arancione" esiste una sezione speciale che si
intitola "le
tavole della birra":
una nuova sezione nella quale sono segnalati 184 locali - alcuni dei quali
con punteggi anche alti - che presentano un'offerta di "bionde" adeguate
agli chef.
Chi conosce i cuochi, non solo italiani, sa che molti di loro - finito il
servizio - si fanno una birra in santa pace per rilassarsi dopo la giornata
ai fornelli: è una abitudine del grande catalano
Ferran Adrià,
tanto per fare un esempio, e di molti altri "stellati". Ora però - grazie
forse anche alla collaborazione tra la "Ristoranti d'Italia" diretta da Enzo
Vizzari e l'Assobirra, l'associazione degli industriali del settore - i
boccali escono dal retrobottega per arrivare sulle grandi tavole: e spesso
si trovano in trattorie moderne, enoteche, esercizi di nuova convezione nei
quali si può mangiare spendendo da 20 a 35 euro. E dove il prezzo di una
lager o di una weizen non incide sul portafogli quanto un Nebbiolo o uno
Chardonnay.
Radiografia di
un gusto
A Firenze è stata
presentata una sorta di radiografia del gusto, realizzata dal centro studi
assaggiatori, con un panel di persone che ha testato 21 birre di vari tipi.
Ne è emerso il ritratto della "bionda" che piace di più. Sembra di leggere
il libro dello scrittore francese
Philippe Delerm
- La prima sorsata di birra -: l'emozione arriva da una birra
limpida, di colore intenso e schiuma compatta. Secondo l'indagine,
"colpiscono le birre dall'aroma intenso e persistente, prive di sentori
ossidativi. Le note olfattive che suscitano le emozioni più forti sono
quelle associate al dolce: i fiori e la frutta, gli agrumi e i cereali". Ma
non c'è soltanto il profumo: anche l'0cchio vuole la sua parte. E così il
fattore visivo che colpisce di più - sempre secondo la ricerca commissionata
da Assobirra - nasce da una "schiuma compatta", ma con un'immagine
trasparente e limpida. Il che corrisponde (diciamo noi) più alle birre
industriali che a quelle artigianali, che spesso sono invece torbide e con
schiume non troppo corpose. Sarà un caso?
Ci sembra forse più interessante la parte della ricerca dedicata ai
sette stili di birra,
così come sono percepite dagli italiani. Eccoli:
Lager
E' lo stile classico
per eccellenza: leggera e poco impegnativa, adatta ai consumi più
trasversali.
Il consumatore tipo è una persona non più giovane, di gusti tradizionali
Pils
Leggera e delicata, ma
con eleganza. E' molto dissetante.
Il consumatore-tipo non è particolarmente giovane ed è di gusti classici.
Blanche
Aroma dal forte impatto
emotivo, carattere robusto, adatta fuori pasto
Consumatore tipo: originale, giovane, alla ricerca di novità.
Weizen
Forte e austera, da
centellinare sia a pasto sia fuori pasto
Piace all'esperto che sa scegliere e consigliare.
Bock
Molto forte e robusta,
di colore intenso, corposa: consumi non a pasto, fuori casa.
Apprezzata dagli intenditori.
Abbazia
Colore saturo, con un
certa frizzantezza e buona persistenza. Aroma intenso.
Indicata per consumatori maturi dai gusti tradizionali.
Ale
Timbro potente ed
eccitante, dal colore saturo. Aroma dai sentori tostati.
Piace a consumatori maturi e dai gusti fortemente tradizionali.
Fonte La Stampa
Ottobre 2008 |