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Non sembra arrestarsi neppure in questo ultimo scorcio di 2008 la corsa all’incremento dei prezzi. Dopo le “batoste” che in questi mesi hanno colpito i consumatori italiani con continui rincari non solo del prezzo del gasolio ma anche di pane, pasta e latte, sembra ora essere la volta dei rincari delle bevande, nel settore birrario in particolare. Infatti la Società Heineken Italia, con sua comunicazione del 30 settembre 2008, ha annunciato l’aumento dei propri listini mediamente dell’8% a partire dal 1 novembre prossimo. La denincia rriva da Italgrob - la Federazione Italiana dei Grossisti e dei Distributori di Bevande – che "temendo responsabilmente il crollo di un mercato già instabile rende pubblico l’atteggiamento della Società olandese". “Stupisce e preoccupa l’insensibilità del Gruppo Heineken verso i gravissimi problemi del momento. Ci troviamo nel pieno di una gigantesca crisi finanziaria globale e di una situazione economica italiana già oltre la soglia della recessione; si vive nel timore che possa esplodere da un momento all’altro il panico dovuto all’impoverimento di ogni individuo. In questo scenario rincarare i prezzi puntualmente al primo novembre come stabilito in un piano di marketing pensato un anno prima è sconvolgente”. Questi concetti sono emersi dal consiglio formato dai presidenti dei consorzi nazionali di distribuzione Italgrob. Gli aumenti, riferiti in questo caso ai grossisti di bevande, non potranno che ripercuotersi con il classico “effetto a cascata” lungo tutta la filiera fino ai pubblici esercizi e, da qui, ancora una volta non faranno che colpire, in maniera ancor più amplificata, i consumatori finali. Ancor più grave inoltre è il rischio che un incremento dei prezzi da parte del leader di mercato generi una sorta di reazione a catena da parte delle altre aziende produttrici, che approfitteranno dell’occasione offerta dal leader per adeguarsi. “La nostra Federazione non vuole mettere in discussione il diritto dei produttori di applicare i prezzi ritenuti più opportuni – spiega Italgrob – ma non possiamo che rilevare come queste scelte infliggano un ulteriore colpo alla nostra economia già duramente provata dalla stagnazione ormai cronica dei consumi, con particolare riferimento al canale del fuori casa”. “Rinviando gli aumenti di qualche mese, almeno fino a marzo 2009 per scavalcare l’inverno, probabilmente l’impatto dei rincari sarebbe meno negativo – continuano dalla Federazione - mentre distributori ed esercenti avrebbero la possibilità di tentare un rilancio dei consumi, sempre sofferenti, in quest’ultimo scorcio dell’anno”. Un tentativo già auspicato solo pochi giorni fa dallo stesso Garante per la Sorveglianza dei Prezzi, che aveva rilevato la presenza nel fuori casa di “prezzi significativamente e sistematicamente superiori al tasso generale di inflazione” ed esortato le associazioni di categoria a proporre in tempi brevi azioni concrete per il contenimento dei prezzi. Attività cui si sta dedicando una grande confederazione del commercio dimostrando ancora una volta elevata maturità e senso del sociale. “Se nei prossimi giorni gli altri grandi produttori di birra dovessero annunciare l’incremento dei propri listini – annuncia la Federazione – saremo costretti a dare al fenomeno un’origine diversa e, di conseguenza, allertare le istituzioni competenti”. Fonte http://www.affaritaliani.it/economia/birra-amara-rincari101008.html Ottobre 2008 |
Ultimo Aggiornamento: 04/01/2016 11.17 |
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