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Cibo scaduto? Ce lo dirà l’involucro
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Cibo scaduto? Ce lo dirà l’involucro Quando consumiamo un alimento, raramente pensiamo al suo involucro. Ci rendiamo conto della sua importanza solo se ci capita di trovarlo rotto o con qualche imperfezione. Il confezionamento, infatti, oltre ad aver portato vantaggi di ordine pratico in risposta al frenetico stile di vita moderno, è determinante nella conservazione dei cibi che acquistiamo. Il packaging protegge gli alimenti dalla contaminazione di agenti esterni, conserva il gusto e l’aroma e prolunga la shelf life, ossia la durata del prodotto. “L’imballaggio moderno è una tecnologia – spiega il prof. Ezio Martuscelli, presidente del Consorzio per le applicazioni delle materie plastiche (Campec) di cui il Cnr fa parte - basata sul concetto di imballaggio funzionale che, tra l’altro, mira a realizzare un’atmosfera controllata capace di mantenere intorno al prodotto le condizioni migliori, riducendo la concentrazione di sostanze inquinanti e impedendo lo sviluppo di microrganismi.” La ricerca oggi tende a creare una confezione che risponda meglio alle caratteristiche specifiche di ogni alimento. Come nel caso della carne e del pesce, cibi difficili da conservare perché facilmente deperibili. Gli studi non riguardano solo la durata. Presso il Campec si sta lavorando ad imballaggi intelligenti in grado di avvertire il consumatore quando il prodotto è andato a male. “Tale funzione è svolta da sensori che individuano tossine, batteri originati dalla degenerazione del materiale”. Ma in futuro potremo bere anche una buona birra in bottiglia di plastica opportunamente trattata, visto che questo materiale presenta una certa permeabilità all’anidride carbonica. Tra le novità nel settore, non mancano quelle attente al destino dell’involucro e ai problemi dell’ecocompatibilità. “La nostra équipe di ricerca - conclude Martuscelli - sta mettendo a punto film con nanoparticelle che offrono numerosi vantaggi: sono sottili e hanno buone caratteristiche meccaniche e di permeabilità. Nel rispetto dell’ambiente, si tenderà a produrre involucri monomaterici, fatti cioè di materiali semplici e facili da riciclare”. ( Fonte CNR ) Marzo 2004 |
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