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Birra, cinque venerdì per sposarla con i cibi
Parola d'ordine
versatilità. La birra è un passepartout che permette di aprire stanze del
gusto altrimenti chiuse a doppia mandata, a volte anche per i migliori vini.
E' il senso de "I venerdi' della birra. Quando la birra incontra i crudi',
la manifestazione che si svolgera' in tutta Italia - ogni venerdi' dal 19
settembre al 17 ottobre - negli 85 ristoranti del circuito dei Jeunes
Restaurateurs d'Europe.
Prendiamo per esempio il crudo, antica tradizione per alcuni, moda
piuttosto recente per altri. Tartare, marinate, carpacci, sushi, sashimi e
ceviche sono sempre più presenti nei menu dei ristoranti, non soltanto
etnici, del nostro Paese.
L'influenza della cucina giapponese, che si fonda su ingredienti
freschissimi e poco lavorati, ha infatti aperto la strada a una nuova
tendenza gourmand che si è affermata nella cucina europea degli ultimi
vent'anni. E ormai anche i prodotti nostrani vengono interpretati in modo
nuovo sull'onda di uno stile "fusion" e "glocal", basato sulla qualità della
materia prima che i piatti crudi (o con una cottura leggerissima) esprimono
al meglio. Tanto che possiamo distinguere tra due tradizioni di crudi:
quella mediterranea, in cui le pietanze sono condite con olio d'oliva,
limone o aceto ed erbe aromatiche, e quella orientale e asiatica,
caratterizzate invece da spezie secche o fresche, curry e salse di grande
sapidità.
La birra, nella sua varietà di stili e tipologie, spiegano gli
organizzatori dei "Venerdi'"- è perfettamente in grado di sposare le materie
prime "nude e crude", proprio perché non ha un gusto prevaricante, se si
impara a scegliere quella giusta.
Inoltre, la buona abbinabilità della birra con aceto, salsa di soia e le
altre componenti acide che spesso intervengono a mitigare il sapore dei
crudi leva definitivamente ogni dubbio.
Di certo, in questo nuovo territorio di aromi e sapori, le variabili per
trovare il matrimonio ideale aumentano a dismisura, tanto che la stessa
pietanza vorrà un abbinamento diverso a seconda della preparazione (fresco o
affumicato), del taglio, dalla presenza o meno di una marinatura o se è
accompagnato da salse, spezie e vinaigrettes.
Le birre ideali per
i cibi crudi e non cotti sono da ricercarsi tra gli stili più delicati e
bevibili, dai sapori leggeri, ovvero Lager e Pils, mentre in alcuni casi può
essere necessaria la profumata pastosità delle grandi birre di frumento come
Blanche e Weizen. Difficile, ma non impossibile (su tutte vince la Ale) ,
attingere anche al bacino delle birre più corpose.
Come regola generale, vale il principio dell'intensità progressiva:
preparazioni più delicate chiamano birre più leggere, mentre piatti più
importanti vogliono birre dal sapore più rotondo e persistente. Una birra
fresca e leggera, per esempio un'analcolica, è infatti un abbinamento
imbattibile con l'insalata e le crudités (carote, sedano, finocchi), perché
non copre la delicatezza della verdura e allo stesso tempo sostiene, senza
contrasti, l'aspro dell'aceto o della salsa di soia, notoriamente difficili
da contenere.
Con i crudi di pesce semplici e poco conditi, come un carpaccio di pesce
bianco (spigola, orata), è più corretto gustare una birra delicata come la
Blanche, che esalta il sapore del cibo senza coprirlo con note troppo
intense e persistenti. Sorprendente poi se accostata ad una nota piccante
come nel caso del ceviche, tipico piatto peruviano di pesce crudo condito
con succo di lime, cipolla e coriandolo fresco.
E' necessaria invece una birra un po' più concentrata, come la Weizen, per
sostenere un piatto fortemente caratterizzato da una marinatura sapida e
speziata, come potrebbe essere un tonno rosso marinato con lime, sale,
zucchero e salsa di soia. Mentre con un sashimi, pesce crudo sapientemente
tagliato al coltello e senza riso, la scelta è tra una Weizen o una
Analcolica.
Salendo leggermente di struttura, possiamo scegliere una fresca e beverina
Pils per dare maggior risalto ai crudi di pesce mediterranei, ma è anche
ideale per contrastare un altro sapore "difficile" dalla forte nota terrosa
come quello dei funghi (conditi con olio e magari una spolverata di
parmigiano). La sua inconfondibile nota piacevolmente amara permette di
abbinarla anche a carpacci di manzo dal sapore più intenso senza che si
perda la piacevolezza della birra (e dell'abbinamento). Con i marinati di
pesce azzurro potremo giocarci anche una classica Lager, che sostiene il
tagliente gusto dell'aceto nelle alici marinate. Ma si abbina molto bene
anche ai pesci crudi dai sapori più netti e non troppo grassi, come le
tartare di tonno e di pesce spada. la Lager (che, ricordiamo, è lo stile di
birra più bevuto al mondo) simboleggia a dovere la trasversalità del gusto
birra: passando dai mari ai monti, perché allora non provarla anche con un
prosciutto dolce e non troppo stagionato? Fortunatamente ci arriva in
soccorso una Red Ale, capace di accompagnare la nota dolce e tenere sotto
controllo la punta di acidità.Ecco invece che una Bock si sposerà
perfettamente con gli affettati più saporiti, come speck, prosciutto toscano
o cinghiale.
Fonte AGI
Settembre 2008 |