Birra Budweiser sempre più verde, ma anche più cara
E’ sempre “piu’ verde”, ma anche piu’ cara, la birra Budweiser, icona del Made in Usa, recentemente acquistata dai belgi di InBev tra mille polemiche che hanno coinvolto anche i candidati alla Casa Bianca. Dal 2009 un impianto ogni sette del produttore della Bud, Anheuser-Busch, funzionera’ con biocarburanti. Bandiera della birreria eco-compatibile sara’ la fabbrica di Houston, alimentata al 70% con fonti energetiche alternative: dal biogas per creare vapore al “bio-energy recovery system”, una tecnologia in grado di trasformare le acque di scarto in carburante. L’energia cosi’ prodotta nel solo impianto di Houston sarebbe in grado soddisfare il fabbisogno di 25.000 famiglie. L’obiettivo e’ arrivare al 15% della produzione totale di birra con biocarburanti entro il 2010, con un risparmio annuo per Anheuser-Busch e suoi azionisti “di milioni di dollari”, ha commentato Mike Bakas, vice presidente di Amaresco, la societa’ che per i prossimi 20 anni si occupera’ di “processare e condensare il gas” utilizzato dalla birreria texana. A finanziare gli impianti “verdi” saranno le tasche dei consumatori che dal prossimo settembre pagheranno la birra prodotta dalla societa’ di St Louis tra il 3 e il 5% in piu’. “Anche quando si e’ in recessione si piange davanti ad una bottiglia di birra”, ha commento un analista escludendo impatti negativi sulle vendite. Anheuser-Busch ha infatti chiuso il secondo trimestre con una crescita dell’utile netto dell’8,1% a 689 milioni di dollari e un balzo delle vendite del 4,1% a 5,5 miliardi. E per la fine dell’anno il gruppo prevede un aumento del giro d’affari del 4% a gallone. Una delle principali azioniste del gigante Usa della birra, ceduto ai belgi per 52 miliardi di dollari, e’ Cindy McCain, moglie del candidato repubblicano alla Casa Bianca, con una quota che gli esperti stimano compresa tra 40.000 e 80.000 azioni. E mentre il rivale democratico Barak Obama, si e’ detto deluso per la vendita di un simbolo della cultura americana, all’indomani dell’annuncio dell’accordo sulla cessione, sono spariti i dati personali di migliaia di dipendenti ed ex dipendenti, in seguito al furto di computers in alcuni uffici di St Louis.