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La prima birra con orzo
spaziale
Quello che fino a pochi
decenni fa sembrava essere un sogno di verniana memoria è oggi una realtà.
Una nota azienda produttrice di birra in Giappone ha infatti prodotto la
prima birra utilizzando piante di orzo cresciute sulla Stazione Spaziale
Internazionale.
Si tratta di un vero passo in avanti per la ricerca scientifica
internazionale che aprirà presto nuovi scenari per consentire
l’autosufficienza della vita umana nello spazio. Il progetto è stato
presentato a Tokyo da uno dei tre principali produttori di birra nipponici:
la Sapporo Breweries e mira a produrre entro la fine del 2008 ben 630 litri
di “birra spaziale” e altri 100 litri di speciale tè, anch’esso derivato dai
semi d’orzo coltivati nello spazio. In un futuro non troppo lontano quindi,
gli uomini: ricercatori, astronauti, operai e tutto il personale che
stazionerà per periodi prolungati nella spazio avranno la necessità e la
voglia di ritrovare gran parte dei prodotti che esistono sulla terra tra cui
probabilmente non mancherà una delle bevande più amate al mondo: la birra.
Il produttore nipponico ha partecipato a questo studio in collaborazione con
l’Università di Okayama e l’Accademia delle Scienze russa, con l’obiettivo
di verificare la fattibilità della produzione di orzo da birra nello spazio.
Dai test, effettuati nel 2006 nel modulo russo della Stazione Spaziale
Internazionale, è emerso che l’orzo in questione può crescere in tale
ambiente proprio come avviene sulla terra. Una volta tornati sulla
superficie terrestre, i semi sono stati coltivati congiuntamente
dall’università’ di Okayama e dal produttore Sapporo. Ad oggi l’azienda ha
comunicato che ha abbastanza orzo per produrre all’incirca 100 bottiglie di
“birra spaziale”, prodotta con la terza generazione di grani di orzo, che
sono stati nella stazione spaziale internazionale per 5 mesi nel 2006. La
birra non è stata al momento prodotta per fini commerciali, anche se alcuni
fortunati consumatori avranno la possibilità di provarla.
Fonte Valentino De Pietro su
http://www.opinione.it/pages.php?dir=naz&act=art&edi=115&id_art=4684&aa=2008
Giugno 2008
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