E'
nata la “Birra Dolomiti”. Prodotta dalla storica birreria di
Pedavena, in provincia di Belluno, ha la particolarità di essere
ottenuta con orzo coltivato nei Comuni del Parco Nazionale Dolomiti
Bellunesi.La presentazione ufficiale, che si è svolta oggi a
Pedavena, è la tappa conclusiva di un progetto di conversione
colturale delle aziende agricole, promosso lo scorso anno dal Parco
Nazionale Dolomiti Bellunesi, dall’Amministrazione Provinciale di
Belluno e dalla Comunità Montana Feltrina, e che ha visto la fattiva
collaborazione della Cooperativa agricola “La Fiorita” di
Cesiomaggiore.Il progetto è nato per rispondere a due esigenze: una
ambientale ed una turistico-promozionale. La prima è la necessità di
sostituire una coltura ecologicamente banale e che richiede enormi
quantità di acqua: il mais, con una coltura, l’orzo, che ha un
fabbisogno di concimi e di acqua molto inferiore. La sostituzione
del mais con l’orzo è un’operazione di importante rilievo ecologico.
L’orzo, inoltre, è una coltura tradizionale delle nostre vallate e
il suo recupero ha anche un importante significato culturale e
paesaggistico.Vi è poi l’aspetto legato alla promozione turistica
del territorio. In questi anni il Parco, attraverso il progetto
Carta Qualità, ha investito molto per promuovere i prodotti
agroalimentari tipici, legando il marchio del Parco alle produzioni
agricole più in linea con la tradizione e in grado di dare adeguate
garanzie in termini di rispetto dell’ambiente naturale. Oggi oltre
200 aziende si fregiano del marchio del Parco. L’inserimento in
Carta Qualità di una birra prodotta utilizzando orzo bellunese,
l’acqua delle montagne del Parco e altri ingredienti come il luppolo
(possibilmente provenienti da agricoltura biologica), può costituire
quel valore aggiunto che consente di garantire una adeguata
remunerazione ai coltivatori bellunesi.Grazie al coinvolgimento nel
progetto della Coldiretti e alla indispensabile collaborazione
tecnica della cooperativa “La Fiorita”, di Cesiomaggiore, una
ventina di agricoltori locali hanno aderito alla proposta di
convertire parte delle loro produzioni a mais, sostituendole con
l’orzo.
Nel
2007 sono stati coltivati ad orzo una sessantina di ettari. La minor
richiesta di fertilizzanti da parte dell’orzo ha permesso di
risparmiare, lo scorso anno, 6.900 chilogrammi di azoto, 5.100 di
fosforo e 7.200 di potassio.
Dato che l’orzo, a differenza del mais, non richiede diserbanti
chimici, nel 2007 è stato evitato lo spargimento, sui campi
bellunesi, di 42.000 litri di soluzione di acqua e diserbante.L’orzo
prodotto nel 2007 è stato quindi trasformato in malto e utilizzato
per produrre la nuova Birra Dolomiti, grazie alla fondamentale e
costruttiva collaborazione della Birreria Pedavena, che ha creduto
nell’iniziativa.La “Birra Dolomiti”, grazie al suo forte legame con
il territorio dei 15 Comuni del Parco e ai positivi risvolti
ecologici legati alla coltivazione dell’orzo necessario per
produrla, ha ottenuto il marchio “Sapori d’argento” del Parco
Nazionale Dolomiti Bellunesi.Il progetto di riconversione colturale
a fini ecologici e ambientali prosegue e anche quest’anno i soci
della cooperativa “La Fiorita” hanno seminato orzo nei loro campi,
che sarà utilizzato per produrre la birra nel 2009.Alla affollata
conferenza stampa odierna erano presenti i rappresentanti della
Birreria Pedavena, degli enti pubblici coinvolti nel progetto, della
cooperativa “La Fiorita” e della Coldiretti.Il Presidente del Parco,
Guido De Zordo, ha sottolineato l’importanza del progetto,
finalizzato ad accorciare le filiere produttive, nello spirito del
progetto “chilometri zero” lanciato da Coldiretti.“Il prossimo passo
in questa direzione - ha dichiarato De Zordo - è l’allestimento di
una malteria a Pedavena, per riuscire a realizzare in loco l’unica
fase del processo di produzione che attualmente si è costretti a
svolgere altrove, a causa della assoluta mancanza di malterie nella
zona”.“La Birra Dolomiti – ha dichiarato il Direttore del Parco,
Nino Martino - è un esempio dei positivi risultati che si
raggiungono quando si riesce a lavorare in rete. Vorrei ringraziare
tutti coloro che si sono impegnati attivamente per conseguire il
risultato odierno e in particolare il mastro birraio della birreria
di Pedavena, Gianni Pasa, la cui passione e competenza hanno
permesso di realizzare un prodotto di straordinaria qualità,
recuperando una ricetta che non veniva più utilizzata a Pedavena da
cinquant’anni. Davvero, come recita la pubblicità della nuova birra,
in questo prodotto c’è tutto in un punto: tradizione, innovazione,
rispetto dell’ambiente, competenze tecniche e amore per il proprio
territorio. La tutela della natura può passare anche attraverso un
buon bicchiere di birra”. |