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Salute: lo studio, vino fa male al cervello piu' della birra

Per un brindisi 'da ricordare' meglio i boccali di birra dei calici di vino. Secondo uno studio tedesco pubblicato su 'Alcohol and Alcoholism', infatti, sembra che bere rossi o bianchi faccia più male al cervello che mandar giù birra o altri alcolici. In particolare, il vino 'restringerebbe' l'ippocampo, area cerebrale associata a memoria e senso dello spazio. E potrebbe spiegare piccole dimenticanze abbastanza diffuse, come quando ci si ritrova in una stanza senza ricordare perché si è entrati proprio lì. Una scoperta particolarmente allarmante per chi - soprattutto le donne - preferisce brindare col vino proprio pensando ai tanto decantati effetti positivi per la salute. Nello studio gli psichiatri hanno confrontato la fotografia del cervello di un gruppo di alcolisti con quello di adulti sani, scoprendo che l'ippocampo è fino a 10 volte più piccolo nei bevitori di vino.

"Si tratta del primo studio che ha indagato sull'impatto del tipo di bibita alcolica preferita sul volume cerebrale di persone con dipendenza da alcolici", precisano gli autori. In particolare, nei non alcolisti l'ippocampo era di 3,85 ml, nei bevitori di birra di 3,4 ml, negli amanti di altri alcolici di 2,9 m e nei bevitori di vino di appena 2,8 ml. I ricercatori dell'Università di Gottingen hanno scoperto, inoltre, che chi eccede con la birra ha anche livelli più bassi di omocisteina nel sangue. Si tratta di un composto la cui presenza è legata a più alto rischio di cardiopatie, ictus e demenza.

Una delle teorie elaborate dai ricercatori è che due ingredienti della birra, vitamina b e folati, possano favorire a l'eliminazione dell'omocisteina. D'altro canto il consumo moderato di vino è stato collegato a una serie di benefici per la salute, fra cui la riduzione del colesterolo e della pressione alta. In particolare, il resveratrolo presente nella pelle dei chicchi di uva rossa, è stato legato - da numerosi studi - alla riduzione del pericolo di cardiopatie, ictus e alcuni tumori.

Fonte ADNKronos Salute

Marzo 2008

Ultimo Aggiornamento: 04/01/2016 11.17

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