La birra incalza il vino nella Gdo
Secondo un Rapporto Coop le vendite nella distribuzione hanno registrato nell'ultimo anno una crescita del 6,7%
La birra
incontra il favore crescente degli italiani e guadagna
terreno persino sul classico vino, grazie soprattutto
dell'aumento delle vendite nel canale della grande
distribuzione. La tendenza è segnalata da una serie di
indagini presentate da Assobirra, l'associazione degli
industriali della birra e del malto. L'analisi dei consumi
casalinghi (su dati Istat), rivela dei numeri di tutto
rispetto: sui circa 470 euro medi mensili destinati dalle
famiglie all'acquisto di cibo e bevande, la quota riservata
alle bevande, in particolare, è dell'8,9%, cioè 42 euro. Di
questi 42 euro, 4,5 sono spesi per la birra, circa 13 per il
vino, il resto per acqua minerale e altre bevande, alcoliche
e non. L'importo speso per la bevanda al malto registra un
“picco” di 5 euro per le famiglie del Sud e delle Isole e
una certa trasversalità nei gruppi e nelle categorie di
consumo: le famiglie di operai la apprezzano maggiormente
(spendendo circa 6,3 euro al mese), ma anche quelle dei
liberi professionisti/imprenditori (6 euro). A conti fatti,
dunque, ogni nucleo familiare porta in tavola, nell'arco di
un mese, circa 5 bottiglie da 66cc di birra. Considerato che
la famiglia media in Italia è composta da 2,5 persone, si
tratta di circa 2 bottiglie da 66cc a testa mensili.
La birra al supermercato guadagna posizioni sul vino
I consumi degli italiani sono spinti dalla buona crescita
delle vendite di birra nella grande distribuzione: lo
conferma il Rapporto Coop 2007 su consumi e distribuzione,
secondo cui le vendite presso la GDO di birra e vino
(considerati insieme), sono aumentate, negli ultimi anni
(2003-2006), a un ritmo costante del +2-3% annuo, un tasso
decisamente superiore a quello delle bevande analcoliche e
superalcoliche. Ma il vero boom riguarda proprio la birra:
tra giugno 2006 e giugno 2007 le “bionde” hanno fatto
registrare un importante +6,7%, collocandosi all'ottavo
posto nella classifica dei prodotti più venduti nei
supermercati italiani. Nello stesso intervallo temporale,
spiega il Rapporto Coop 2007, si è invece osservato un calo
significativo (-6,4%) nelle vendite di vino comune italiano
(in vetro, plastica, brick e bag-in-box, in pratica quello
deputato al consumo per tutti i giorni).
Cresce il peso
della distribuzione
Il dato 2007, comunque, non fa che confermare una tendenza
già in atto da diversi anni: il ruolo della GDO negli
acquisti di birra da parte degli italiani è cresciuto
infatti di quasi il 30% nell'ultimo decennio. Oggi oltre il
50% della birra si vende nei supermercati e negli
ipermercati (contro il 42% del 1996), mentre il peso dei
piccoli negozi è crollato dal 16% a meno del 5% e quello dei
canali horeca (bar, ristoranti, pizzerie) è rimasto stabile,
con valori attorno al 45%. Dati sostanzialmente in linea con
quelli diffusi dal dossier “Mercati birra” SIMEI 2007,
secondo cui i consumi domestici rappresentano in volume il
55% del totale, mentre quelli fuori casa il 45%. La Gdo non
è certo rimasta indifferente a questo cambiamento,
aumentando la varietà del prodotto: oggi la gamma a
disposizione del cliente nei supermercati nazionali è di
circa 200 marchi, 10 anni fa se ne contavano meno della
metà, 86 in tutto.
La moda delle Long Neck
Per quanto riguarda i modelli di consumo, la lattina
rappresenta circa l'8% dei formati acquistati, di poco
inferiore alla percentuale di birra consumata alla spina
(13,4%), mentre si attesta al 78,7% la quota delle birre in
bottiglia. Curiosamente, oggi va più del passato la
bottiglia da 33 cc “long neck” (a collo lungo) e si vede con
maggiore frequenza la bottiglietta da 20 cc, che alcuni
consumatori ritengono più adatta al consumo da single.
D'altro canto alcune aziende cominciano a proporre, per
occasioni speciali, le magnum da 2 litri di birra, che una
volta erano riservate solo a vino e spumante.
Il sondaggio: gli italiani chiedono più informazione
Nonostante i numeri positivi illustrati in precedenza, la
“cultura della birra” incontra ancora qualche resistenza nel
nostro paese: secondo l'indagine Makno-Assobirra 2007, nei
pranzi e nelle cene casalinghi, infatti, la birra è ancora a
livelli molto bassi di preferenza (4,4%) tra le bevande
portate in tavola con maggiore frequenza dagli italiani,
distante tanto dall'acqua minerale naturale (68,7%) quanto
dal vino (31,7%). Eppure il 44,8% del campione la ritiene in
linea (molto o abbastanza) con la dieta mediterranea e
cresce anche la percentuale di quanti la considerano adatta
a una sana alimentazione (6,3 in una scala da 1 a 10), e a
tutti gli ambienti e a tutte le occasioni (6,2). Lo spazio
per un ulteriore incremento dei consumi, insomma, esiste: lo
conferma il fatto che il 25,3% degli italiani userebbe più
spesso la birra a tavola se avesse maggiori informazione sui
criteri che guidano gli abbinamenti.