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Birrerie, serve un nuovo maquillage
Alle birrerie italiane servono
idee, ma anche una cucina ed un servizio migliori. L'evoluzione dei locali
birrari è stata al centro del talk show organizzato nell'ambito di Pianeta
Birra Beverage & Co, Esposizione internazionale di birre, bevande, snack,
attrezzature e arredamenti per pub e pizzerie a Rimini Fiera fino al 26
febbraio.
"La birra è arrivata da noi nel dopoguerra e i pochi locali erano
essenzialmente ‘alla tedesca' - ha introdotto il moderatore Silvano Rumini,
direttore della rivista Il Mondo della Birra - Poi non se ne è parlato più
di tanto fino agli anni '70 quando improvvisamente ha vissuto un boom come
prodotto internazionale dando vita alle cosiddette Birroteche molto simili
per gestione e prodotto alle enoteche. Con l'introduzione della data di
scadenza lattine e bottiglie hanno ceduto il passo, negli anni '80, alla
birra alla spina e alla moltiplicazione dei tipi di birra. Negli anni '90
sono arrivati i pub a tema, per primi inglesi e irlandesi, e le aziende
produttrici di birra hanno affiancato alla vendita della birra anche
progetti "chiavi in mano" per caratterizzare i locali. Oggi non si punta ad
una tipologia precisa di locale e nei locali non si beve solo birra e questo
prodotto deve convivere con altri, per esempio il caffè, nell'ambito di
spazi multifunzionali"
Quali prospettive dunque per i locali birrari? " Il locale birraio è
indubbiamente in crisi d'identità e il prodotto birra va ricollocato - ha
spiegato Lorenzo Cannavale, giornalista esperto in architettura e design - I
locali sono grandi e polifunzionali, c'è qualche birra alla spina ed è molta
l'attenzione alle bottiglie e al modo in cui si presentano. Il design del
locale si riflette anche nella scelta delle bottiglie e nella loro
presentazione. Tutto questo servirà certamente a svecchiare l'immagine della
birra perché le birrerie sono attualmente in un limbo e in Italia ci sono
migliaia di locali da riconvertire. Le birrerie specializzate dovranno
indirizzarsi su un prodotto di altissima qualità con un servizio
all'altezza. Più in generale questo tipo di locali dovrà tenere conto della
grande evoluzione internazionale rispetto ai materiali e alle tecnologie
impiegati. Oggi in giro per il mondo i locali, pur ricercati da un punto di
vista del design, sono molto meno freddi e molto più ricchi di richiami alla
natura".
"Per essere al passo con i tempi occorrono qualità, ambiente ed emozioni".
Queste le tre parole d'ordine di Pietro Biscaldi, Amministratore Delegato
del Gruppo Biscaldi: "Prima la birra era tedesca, poi anche inglese e
sudamericana. Ad un certo punto si è arrivati quasi a collezionare le birre
e l'offerta eccessiva ha creato problemi. Un tempo bastava la birra per
emozionare, poi la birra in abbinamento al cibo ma in Italia, a differenza
di altri paesi come il Giappone, questa evoluzione non è stata sostenuta da
un cibo di qualità. La birra è solo un elemento della serata, non meno
importante della cucina, del servizio e del design. I locali vanno studiati
ma anche supportanti da un team di persone perché senza un servizio
professionale ed accogliente un locale non dura".
Ma secondo gli esperti esistono ancora ampi margini inesplorati per i locali
birrari. "L'arredamento non conta più del 20% nel determinare il successo di
un locale e dunque occorre attribuirgli la giusta dimensione. Tenuto anche
conto che l'arredamento ha sempre dei limiti, di budget o di tempistica - ha
dichiarato Franco Costa, Presidente di Costa Group - Ci sono spazi enormi di
manovra ma mancano le idee e il gusto di sperimentare. Ognuno deve fare il
proprio mestiere e non dovrebbero essere gli arredatori o i progettisti a
dare spunti su dove aprire un locale. Purtroppo è ciò che accade in Italia
ed è un fatto molto sintomatico. Abbiamo aperto una panetteria all'Aeroporto
di Roma e improvvisamente tutti si sono ricordati che quello era un segmento
ancora inesplorato. Tornando alla birra: in Italia non esistono vere e
proprie birrerie negli hotel mentre all'estero vengono aperte e funzionano
molto bene. Dunque in Italia esiste una domanda potenzialmente molto forte
ma manca un'offerta adeguata. Ci voglio idee che vanno supportate da
qualità, serietà e attenzione verso il cliente".
E la formazione va di pari passo con la sperimentazione. Nell'occasione è
stato anche esplorato il rapporto tra birra e long drink proponendo
degustazioni. "Il tema della formazione è molto importante e ancora
sottovalutato nel nostro paese - ha commentato Danilo Pimpinicchio, titolare
della Diamond School Bartender - E pensare che all'estero si fa formazione
addirittura "a riserve", rivolta cioè a coloro che saranno chiamati a
sostituire i dipendenti in malattia o in ferie, in modo da non abbassare il
livello qualitativo del servizio offerto ai clienti. L'innovazione sta anche
nella contaminazione, per esempio creando cocktail e long drink a base di
birra: l'unione tra il distillato di liquore e una lager può dare risultati
molto interessanti".
Fonte
http://www.puntobar.com
Febbraio 2008
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