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Meno
birra nei Pub Inglesi
La
birra sembra perdere l'arena di consumo più tradizionale: il pub inglese.
Dove le ordinazioni di pinte sono scese al minimo storico (-49%) dal 1979 e
il vino si afferma come 'nuova tendenza del bere' oltremanica. A monitorare
"la rivoluzione in atto" nei locali più amati dalla working class
britannica, come testimoniano numerosi film di Ken Loach, è proprio
l'Associazione dei pub e dei birrai del Regno Unito che attesta l'argine ai
fiumi di birra per "un'evoluzione del gusto inglese verso il vino. Al punto
che il consumo in Gran Bretagna potrebbe superare entro il 2010 quello dei
francesi e degli italiani, in termini di budget destinato agli acquisti nel
mondo di Bacco".
"Gli inglesi stanno bevendo meno birra, ma meglio - commenta il general
manager della Worldwide Sommelier Association e presidente dell'Ais di Roma
Franco Maria Ricci - perché si è superata la fase di massiccio consumo nei
popolari luoghi di ritrovo british. E il vino, da prodotto di nicchia,
cresce perché lì si è cominciato a promuovere l'enocultura. Per gli inglesi
il vino italiano di qualità ha richiami culturali forti a paesaggi fascinosi
e ai luoghi d'arte. E anche in Italia - afferma Franco Mario Ricci - i
sommelier stanno riempiendo di vino alcuni qualificati pub e incontrano un
34% di giovani sotto i 24 anni nei 100mila iscritti ai corsi dell'Ais Roma.
Giovani che parlano con sempre maggiore cognizione di vino. Ed è alle nuove
generazioni, nei loro luoghi di ritrovo - auspica il presidente dell'Ais
Roma - che le istituzioni dovrebbero rivolgersi per promuovere la cultura
del vino e il consumo consapevole".
Il Regno Unito è un piccolo produttore in crescita nel panorama enologico
internazionale, con 3 milioni di bottiglie prodotte nel 2006 rispetto ai 2
milioni del 2005. Ma, superando gli australiani molto competitivi sul
prezzo, "é l'export di vini Made in Italy a sfiorare un incremento del 19%
rispetto al 2006 - secondo una stima della Coldiretti su dati Istat - per un
valore che a fine anno potrebbe avvicinarsi al mezzo miliardo di euro. Si
tratta di un trend positivo per il vino italiano che, conquistando Paesi non
tradizionalmente consumatori, dimostra nuove e rilevanti opportunità di
crescita, nonostante l'aumento delle accise nel mercato anglosassone.
Complessivamente il vino Made in Italy - rileva Coldiretti - ha raggiunto un
fatturato record di 9 miliardi di euro, 3,2 dei quali attraverso l'export,
con quasi il 60% della produzione destinata ai 484 vini nazionali Doc, Docg
e Igt".
E la marcia in più del vino italiano trova conferma nell'analisi di Unione
Italiana vini (Uiv), su dati Istat: "Dopo Stati Uniti e Germania, il Regno
Unito - sottolinea l'Uiv - si configura come 3/o mercato in valore (287
milioni di euro, nei primi otto mesi del 2007) per il vino italiano, in
aumento nell'ordine delle due cifre, il 18,6%". Con volumi di export,
precisa inoltre l'Ismea, che "salgono del 16,8%, da 149mila a 174mila
tonnellate".
Fonte Comunicato Stampa
Novembre 2007
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