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Bionda Naturale, cresce il fenomeno dei birrifici artigianali Cresce il fenomeno dei birrifici artigianali, anche in Toscana. L’esperienza in Valdorcia Diciamocelo francamente. Aprire un birrificio artigianale in Valdorcia, alle porte delle grandi terre del vino, richiede una bella dose di coraggio. Una dote che a Moreno Ercolani, del birrificio L’Olmaia, di sicuro non manca. Coraggio, buona volontà e, naturalmente, una grande passione. Tutto comincia nel 2005, quando Moreno, Stefano e Massimiliano, tutti e tre prossimi alla trentina, decidono di dar vita alla prima produzione artigianale della spumeggiante bevanda scegliendo come sede un vecchio podere, l’Olmaia. «Una vera avventura - racconta Moreno -. All’inizio tutti ci guardavano come dei marziani». Alla fine Moreno e soci ce l’hanno fatta a vincere la scommessa di fare la birra a due passi dai magici vigneti di Montalcino. «Oggi abbiamo una produzione di cinquantamila bottiglie l’anno e riceviamo richieste da ogni parte d’Italia».Mastro birraio non si diventa da un giorno all’altro. Richiede pazienza e dedizione. Moreno, per esempio, si alza all’alba per macinare l’orzo necessario. Acqua, malto d’orzo, luppolo e lievito. «Ingredienti naturali e tanta passione sono gli elementi fondamentali della nostra piccola azienda», sottolinea con una giusta punta di orgoglio. Frutto di tanto lavoro sono la "5", chiara doppio malto, la "9", ambrata, doppio malto, e la "Bk", una scura doppio malto. Birre ad alta fermentazione, rifermentate in bottiglia. Fresche, non pastorizzate, non filtrate, senza conservanti. Sabato al villaggio Le birre dell’Olmaia saranno protagoniste del Villaggio della Birra, una vera e propria kermesse che si terrà a Bibbiano, nei pressi di Buonconvento (Siena), il 15 e il 16 settembre. Un festival dei piccoli birrifici che vedrà a convegno, tra degustazioni guidate, abbondanti libagioni, musica e incontri, mastri birrai belgi e italiani, che metteranno a disposizione la loro esperienza per soddisfare la curiosità, oltre che la voglia di gustare un buon boccale di birra, di tutti i partecipanti. Appassionati e semplici curiosi potranno così vivere un appassionante itinerario tra le birre della secolare tradizione belga e dell’effervescente cultura italiana della birra artigianale, che negli ultimi anni sta conoscendo un vero e proprio boom. Al Villaggio della Birra non mancheranno gli esperti. A Kuaska, ovvero Lorenzo Dabove, considerato il maggiore esperto italiano in materia, saranno affidati i laboratori di degustazione, mentre il noto beer sommelier belga, Ben Vinken, avrà il compito di condurre un insolito corso di abbinamento tra birra artigianale e sigaro toscano. Birra protagonista nei bicchieri ma anche nei piatti. Il ristorante del festival sarà in grado di soddisfare, oltre agli amanti della cucina tradizionale toscana e senese in particolare, anchechi ha voglia di gustare delizie culinarie a base di birra artigianale. In programma anche musica dal vivo, mercatini di prodotti equo-solidali e artigianali, la mostra dei fumettidi Daniele Marotta. E le installazioni artistiche di Vanessa Rusci, imperniate sul tema dell’abuso dell’alcool. Pare che il primo pub della
penisola abbia aperto i battenti nell’83 dopo Cristo, grazie ad Agricola,
governatore della Britannia, che di ritorno a Roma si era portato dietro due
mastri birrai di Gloevum, l’odierna Gloucester. La birra però ha origini che
si perdono nella notte dei tempi. Secondo i "Codici" del re babilonese
Hammurabi, vissuto nel XVIII secolo a.C., la birra sarebbe opera dei Sumeri
che cinquemila anni fa scoprirono il procedimento di maltizzazione
dell’orzo, il cereale coltivatonelle fertili vallate fra Tigri ed Eufrate.
Attraverso le fasi successive di macinazione, lievitazione, cottura,
filtraggio e aromatizzazione, i Sumeri producevano il “se-bar-bi-sag”
(bevanda che fa vedere chiaro), ovvero la progenitrice della birra.
il resto dell'articolo http://www.coopfirenze.it/info/art_3772.htm Fonte UniCoop Firenze Settembre 2007 |
Ultimo Aggiornamento: 04/01/2016 11.16 |
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