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Tesi di laurea sulla birra di Gian Paolo Camurri Gian Paolo Camurri durante la sua laurea Produzione della birra nel centro-nord Italia nel Basso Medioevo Il primo approccio con la birra l’ho avuto da giovanissimo, come molti altri ragazzi incominciai a collezionare bottiglie e vari gadget, una utopia fanciullesca nel sperare un giorno di possedere tutte le birre del mondo e che mi portò ad avere oltre 600 bottiglie ed una moltitudine di bicchieri “specializzati”. Svanito il sogno materiale, tuttavia rimasero l’immaterialità del gusto, i sapori e gli odori che andavano a confondersi in tante birre diverse. Decisi allora che ero pronto, era arrivato il momento della mia prima volta, e quindi incominciai a sperimentare una produzione “ignorante” nella speranza di sorseggiare una mia birra personale. Risultati decenti arrivarono grazie a continui studi e con l’aiuto di un Associazione che aveva una particolarità, la diffusione della cultura della birra artigianale in Italia, ovvero Unionbirrai. Naturale risultato di questa continua fame per la cultura birraia fu l’approfondimento della sua storia e, visto il percorso dei miei studi, dedicarle una tesi di laurea. Un secondo stimolo, proveniente da questa analisi sulla storia della birra in Italia, è venuto esaminando l’evoluzione dell’approccio alla birra nella nostra penisola negli ultimi 40 anni, tale da rivestire un vero e proprio cambiamento dal punto di vista socio-culturale. Infatti il trend evolutivo nell’ultimo trentennio (aumento esplosivo del consumo pro capite, apertura di centri culturali sulla birra, corsi per birrificare) non solo come sviluppo industriale, ma anche e soprattutto come lavoro artigianale e come fatto di cambiamento culturale, mi hanno portato a ritenere interessante delineare la storia del “fenomeno” birra in Italia. Attraverso la lettura e la compulsazione di vari testi riguardanti il Medioevo ho osservato come il riferimento alla birra sia praticamente nullo, come se questa bevanda non fosse mai stata conosciuta o prodotta nell’Italia medievale, mentre invece notevoli sono gli studi relativi al vino. Quanto si evince dalla mia ricerca, sostenuta dalla personale passione per tutto ciò che riguarda il mondo di questa bevanda, tende invece a confermare tale produzione e consumo. La concezione popolare della birra e l’ignoranza diffusa ha avuto come risultato una notevole difficoltà nel rintracciare i materiali e nel ricostruire il suo passato. Opinione generalmente diffusa è che la birra non appartenga alla cultura italiana: bisognerebbe chiedersi il perché di questa affermazione. Come possiamo trarre conclusioni basandoci solo su aspetti storici generali? Tengo a precisare che non esistono studi, approfonditi o meno, sulla storia delle birre italiane nell’epoca medioevale. Gli studiosi-ricercatori italiani hanno trattato tale argomento con superficialità senza dargli la giusta importanza, ma come incolparli? C’è stata una guerra impari nel medioevo, osmosi tra popoli con usi differenti (il cristianesimo vinicolo romano e il paganesimo birrofilo barbaro), e di conseguenza gli studiosi da tale evento hanno dato per scontato il vino come vincitore. La verità, invece, è che nel nostro paese da almeno 2500 anni si produceva birra, possediamo la più antica attestazione materiale europea di birra che conferma questa produzione, e che addirittura si potrebbe retrodatare di molto l’utilizzo del luppolo come amaricante e conservante naturale. Dal materiale sino ad oggi da me raccolto si potrebbe concludere che la birra, in Italia, non è mai stata – e non lo è ancora – una bevanda utilizzata ad ampio spettro come il vino, ma che tuttavia non ha mai abbandonato l’Italia. Considero, evidentemente, questo lavoro come solo un punto di partenza e non certamente di arrivo, sperando di sviluppare discussioni efficaci per approfondire l’argomento in esame. Ringrazio il professor M. Buongiorno dell’Università di Genova che mi ha seguito alla stesura di questa tesi e la commissione che in sede di discussione ha riconosciuto l’originalità e la novità di questa ricerca. Non si sono rinvenuti studi specifici e quindi molto ancora, con buona presunzione e probabilità, ci sarà da analizzare e scoprire. La tesi può essere consultata al seguente indirizzo: Dott. Gian Paolo Camurri (Alias Gippo)
Fonte Comunicato Giugno 2007 |
Ultimo Aggiornamento: 04/01/2016 11.16 |
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