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Como al
Salone del Gusto? C'era solo la Birra Bi-Du
Forse una mancanza. Una scelta precisa. O un passo più lungo della gamba,
impossibile da fare. Le spiegazioni sono diverse, ma il fatto è uno solo:
Como non ha risposto all'appello delle province presenti al 'Salone del
Gusto' al Lingotto di Torino. Con oltre 700 stand e migliaia di visitatori
in soli 5 giorni, questo evento (svoltosi dal 26 al 30 ottobre scorsi) è
da anni la vetrina più importante per le produzioni d'eccellenza in tema
di sapori. Ma Como dov'era' Perché nessuno stand, nessun consorzio
locale' «Non è stata una mancanza - dice Giorgio Bin, assessore
provinciale al turismo - ma una scelta precisa. Prima dobbiamo lavorare
per rendere più solida la filiera produttiva e certificare i prodotti di
Como, che non sono ancora abbastanza numerosi e forti da giustificare
l'investimento economico necessario per partecipare al Salone».
Quasi dello stesso avviso sono anche l'assessore comunale al Turismo,
Sergio Gaddi, che conferma come «data la scarsezza di risorse, si debbano
fare scelte», e Franco Soldaini, direttore dell'Istituto Alberghiero
'Gianni Brera', che tuttavia sottolinea la contemporanea necessità di
«valorizzare quel poco di buono che c'è con azioni mirate di marketing».
Anche perché, a ben vedere, mettersi in mostra su una piazza come quella
torinese potrebbe essere meno costoso di quello che si crede. A garantirlo
è Giuseppe Vento, del Birrificio di Rodero, che, spendendo di tasca
propria, ha deciso di andare al Salone del Gusto come privato. «È un
evento troppo importante perché lo si possa perdere - spiega Vento - e la
spesa è sostenibile. Per 5 giorni si pagano circa 2mila euro, ma il
guadagno è garantito dal flusso dei visitatori. Nel solo weekend ne
abbiamo avuti
150mila».
La questione che i soldi non siano il vero problema emerge anche dalle
parole del consigliere regionale Gianluca Rinaldin, che proprio di recente
ha dimostrato quanto sia necessaria la promozione della Lombardia
all'estero recandosi a New York in occasione del Columbus Day del 9
ottobre. «La Regione Lombardia - spiega Rinaldin - indice ogni anno un
bando di 800mila euro per sostenere i consorzi che vogliano partecipare a
eventi fieristici in cui portare i propri prodotti enogastronomici. Se a
Torino non c'era nessuno di Como, vuol dire che nessuno ci è voluto
andare, preferendo forse eventi più specifici e locali».
E se, secondo Rinaldin «anche la Provincia mette a disposizione un fondo
per la stessa finalità», a sentire i diretti interessati non è così
semplice. «Noi - afferma Mario Colombo, presidente del consorzio lariano
'Sapori di terra, sapori di lago' - non abbiamo partecipato perché
l'invito a farlo doveva venirci dall'amministrazione. Credo nel valore di
questi eventi e, se ne avessimo la possibilità, ci andremmo sicuramente».
Gli fa eco Alberto Pagani, presidente della Coldiretti, che ammette
inoltre di «non aver voluto scavalcare l'amministrazione provinciale
proponendosi direttamente al Salone del Gusto, dove sarebbe utilissimo
farsi conoscere». Così, senza che sia colpa di nessuno, il risotto con il
pesce persico e le alborelle di lago, ancora una volta, sono rimasti solo
a casa nostra.
Fonte Sara Greco sul Corriere
di Como
Novembre
2006
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