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Imparare a bere la birra per non abusarne Serata al Wild duck bar con Luigi Stecca che per anni ha girato l’Europa per conoscere la bevanda È stata una serata interessante quella a Oca Marina al Wild duck bar, organizzata da Dino Santin, in collaborazione con Luigi "Gigi" Stecca, presentatosi come genitore, oltre che come di titolare di due pizzerie sulla transpolesana a Villamarzana e a Ferrara, "ambasciatore" d'Orval (località dove circa vent'anni fa era andato a scoprire i segreti della birra), per la presentazione della sua teoria, "Impariamo a bere la birra". Tra le numerose presenze, tanti giovani che per la birra, troppo spesso "impazziscono", ne bevono troppa e male, tanto da procurare serie conseguenze a se stessi e agli altri. «Sia chiaro - ha spiegato Stecca - che non voglio vietare di bere la birra perché so che è un grande piacere farlo, ma il mio impegno è quello di insegnare a berla bene, per evitare che faccia male». Davanti a due tavolate di bicchieri di varie dimensioni, appositamente costruiti secondo la sua invenzione, a raggiera tanto da essere denominato "Raggio di vita", Stecca, dimostratosi un autentico cultore della bevanda e profondamente convinto delle affermazioni forti e ricche di elementi frutto di esperienze fatte in diversi viaggi all'estero (Olanda e Belgio, ma ha anche visitato per 12 anni i monasteri trappisti nel Nord Europa, dove l'arte di preparare e di gustare la birra è un vero e proprio rito da custodire gelosamente) e incontri con personaggi come Roger Derwael, direttore della formazione commerciale alla Brasserie Jupiler in Belgio. Stecca ha mostrato come la birra va servita (esemplare il movimento rotatorio della mano con il bicchiere pieno di birra, per sgasarla, allo scopo di privarla dell'anidride carbonica, inibitore delle papille gustative, anestetizzante e perfetto veicolatore dell'alcool nel sangue), come tagliarla e privarla dei lieviti. Insomma, tra presentazione di diverse qualità di birra, il modo di versarla e trattarla nel bicchiere, gli assaggi del pubblico, privarla e le tecniche contro lo sballo (già comprovate da prove con l'etilometro), Stecca ha concluso che «la birra non deve essere la causa di tante stragi del sabato sera e purtroppo, ultimamente, non solo del sabato. Questa bevanda tanto cara ai giovani, paragonata alle droghe leggere per gli effetti che ha sui giovani nelle loro serate tra amici, deve essere bevuta nel modo corretto, deve essere un piacere, una festa e non un pericolo». Il sindaco, Margaret Crivellari, si è complimentata con l'ospite e con gli organizzatori per il momento d'incontro soprattutto con tanti giovani, auspicando che tante altre serate del genere siano effettuate. «L'obiettivo - ha sottolineato il sindaco - è che i giovani continuino a bere la birra, gustandone al massimo le qualità organolettiche, senza correre rischi. Stecca ha dimostrato che con la sua tecnica non si toglie nulla al gusto, anzi viene esaltato dal bicchiere a raggiera. Ha auspicato che la metodologia possa essere applicata da tutti, compresi coloro che le servono nei vari locali pubblici, ma anche nelle famiglie». Fonte Il Gazzettino Settembre 2006 |
Ultimo Aggiornamento: 04/01/2016 11.16 |
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