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Birra, consumi stabili, produzione in lieve calo, si fa sentire l'accisa

Nel 2005 il comparto industriale italiano della birra e del malto, che dà occupazione a circa 133 mila persone (indotto incluso), si colloca al nono posto in Europa. Rispetto all'anno precedente, salgono i consumi interni (+1%), che raggiungono i 29,7 litri pro capite, mentre la produzione scende del 2,8% a causa anche all'aumento delle importazioni. Si tratta di un settore solido, condizionato però negativamente dall'inasprimento dell'imposizione fiscale sulla birra: dal 2004 ad oggi +68%

Il 2005 è stato un anno sostanzialmente stabile per il settore birrario italiano , che vede confermate le sue doti di solidità. La produzione ha subito in lieve calo, pari al 2,8% : da 13 milioni 170 mila ettolitri del 2004 a circa 12 milioni 798 mila ettolitri. Il consumo in Italia è stato invece di 17.340 milioni di ettolitri : rispetto all'anno precedente la variazione è stata minima (+0,8%). A testa ogni italiano ha bevuto 29,7 litri (erano 29,6 nel 2004). Se si allarga l'orizzonte temporale diventa chiaro il costante sviluppo del comparto. Dal 1996 la produzione è salita del 15,1%, mentre il consumo è passato da 24 litri testa agli oltre 29 litri , s rimanendo però all'ultimo posto in Europa.

“Per quanto riguarda l'andamento del mercato – sottolinea
Piero Perron , Presidente di AssoBirra le vendite nel nostro Paese si sono attestate nel 2005 su livelli analoghi a quelli dell'anno precedente , quando si era verificata una marcata contrazione dei consumi rispetto al 2003. Si nota una crescita delle importazioni : gran parte dell'aumento è derivato dall'incremento dell'import di birre di primo prezzo commercializzate prevalentemente dalla Grande Distribuzione Organizzata e provenienti soprattutto dalla Germania. Nel contempo, si nota una lieve contrazione dei consumi fuori casa a vantaggio del consumo domestico. Sembra prevalere una scelta di moderazione e di autoregolazione responsabile , che conferma la specificità culturale e sociale dei consumatori di casa nostra”.

Piero Perron , Presidente di AssoBirra

Per quanto riguarda la bilancia commerciale, l'import è salito del 8,8% , passando da 4,8 a 5,2 milioni di ettolitri. La principale nazione da cui importiamo è la Germania (2,9 milioni di ettolitri), che precede l'Olanda (678 mila ettolitri) e la Danimarca (496 mila ettolitri). Nel 2005 le esportazioni di birra prodotta in Italia sono state pari a 716 mila ettolitri : rispetto al 2004 una diminuzione del 15%. Il principale cliente è il Regno Unito , che nel 2005 ha acquistato 234 mila ettolitri. Da sottolineare, però, un altro dato. Il secondo Paese importatore di birra italiana sono gli Stati Uniti con 55.432 ettolitri (+41% rispetto al 2004).

Nessuna novità di rilievo anche dal fronte occupazionale . Sono circa 25 mila gli addetti, ma, se si considera anche l'indotto, si arriva a 133 mila addetti. Sono 16 gli stabilimenti dislocati sul territorio nazionale , di cui 6 nel Centro-Sud. A tutto ciò va aggiunto il comparto del malto , la materia prima utilizzata per la fabbricazione della birra, la cui forza lavoro complessiva è di 337 addetti fra diretti (42) e indiretti (295). I due stabilimenti nel Centro-Sud hanno prodotto oltre 578.500 quintali di malto , pari a più di un terzo del fabbisogno dell'industria birraria nazionale. In sostanza, il settore continua a fornire un significativo contributo alla creazione di ricchezza per l'Italia. Secondo un recente studio della società di consulenza aziendale Ernst&Young, produce un valore aggiunto per il nostro Paese pari a 275 milioni di euro .

Italia e resto d'europa: produzione e consumi a confronto
Interessante il confronto tra la situazione italiana e quella degli altri Paesi della UE . Dal punto di vista produttivo il nostro Paese ricopre un ruolo di rilievo , confermandosi in nona posizione dietro a Germania (l'unico Stato sopra i 100 milioni di ettolitri prodotti), Gran Bretagna (56 milioni), Spagna, Polonia, Olanda, Repubblica Ceca, Belgio e Francia. Ma si trova davanti - e non di poco - a Paesi tradizionalmente associati al “prodotto birra” quali Austria, Danimarca e Irlanda.

Discorso diverso, invece, per il consumo pro capite . L'Italia rimane ancora “fanalino di coda” nel Vecchio Continente . Il nostro Paese viene superato anche da nazioni tradizionalmente non famosissime per la loro passione nei confronti della birra. Alcuni nomi? Grecia ( 40 litri ), Malta ( 39,7 litri ), Lettonia ( 36,6 litri ), e Francia ( 33,5 litri ). In testa a questa particolare classifica figurano la Repubblica Ceca ( 156,5 litri ), la Germania ( 115,8 litri ), l'Austria ( 109 litri ) e l'Irlanda ( 106 litri ).


Il paradosso delle accisa e le richieste del settore
Ma da cosa dipende la crescita contenuta della birra in Italia? Tra i vari fattori che possono aver condizionato il trend, va ricordato
l'inasprimento dell'imposizione fiscale , che dal 2004 è aumentata del 68%. La conseguenza è sotto gli occhi di tutti: l'Italia è uno dei Paesi con la più elevata tassazione nell'ambito dell'Unione Europea. Basti pensare che, oggi, il livello dell'accisa è di circa 2-3 volte superiore a quello vigente nei Paesi limitrofi grandi produttori di birra, quali Germania e Spagna. Senza, però, nessun vantaggio effettivo per le casse dello Stato. Si tratta di un vero e proprio paradosso. L'incremento dell'imposizione ha determinato l'aumento dei prezzi , provocando una contrazione delle vendite della birra nazionale e quindi degli incassi derivati dall'IVA , la quale ha vanificato gli aumenti generati dall'accisa.

“L'industria della birra e tutta la filiera – sottolinea il Presidente di AssoBirra –
auspicano che il nuovo Governo cambi atteggiamento , verso un comparto così penalizzato negli ultimi anni. Le politiche fiscali del passato relative alla birra non sono state utili per combattere il disavanzo pubblico, ma hanno finito per danneggiare un comparto ad alto potenziale di sviluppo. L'attività economica deve tenere in considerazione la stagnazione attraversata del settore, il quale garantisce entrate per le casse dell'Erario di oltre 2,5 miliardi di Euro (370 milioni dalle accise).

E ancora. “
Le aziende associate ad AssoBirra , forti di un'organizzazione e una tecnologia di avanguardia lungo l'intera filiera produttiva e del livello di eccellenza raggiunto, coprono i due terzi della produzione nazionale – ricorda Piero Perron. E hanno ulteriormente arricchito la propria offerta che consta oggi di circa 170 marchi principali prodotti e/o distribuiti in Italia , puntando a rafforzare la propria presenza sul mercato e a soddisfare le esigenze dei consumatori. Per questa ragione l'azione del comparto deve essere sostenuta da un regime fiscale equilibrato per permettere alle aziende di investire in un contesto di certezza dal quadro normativo”.
 

Birra: produzione e consumo in Italia

Anno

Produzione

(in milioni hl)

Consumo

(in milioni hl)

Consumo

pro-capite

(in litri)

1995 11.990 14.530 25.4
1996 11.117 13.758 24
1997 11.455 14.535 25.4
1998 12.193 15.501 26.9
1999 12.179 15.675 27.1
2000 12.575 16.289 28.1
2001 12.782 16.694 28.9
2002 12.592 16.340 28.2
2003 13.673 17.453 30.1
2004 13.170 17.194 29.6
2005 12.798 17.340 29,7


 

Birra: produzione e consumo in Europa

 

Produzione

(in milioni hl)

Consumo

(in litri procapite)

Paese

2005

1995

2005

1995

Germania

106.190

116.900

115,8

137,7

Regno Unito

56.021

56.800

95,6

100,9

Spagna

31.600

25.313

80,6

66,6

Polonia

31.241

nd

75,0

39,0

Olanda

24.560

23.118

78,1

85,8

Rep. Ceca

19.069

nd

156,5

156,9

Belgio

17.274

15.046

91,5

104

Francia

16.400

20.634

33,5

39,1

Italia

12.798

11.990

29,7

25,4

Austria

8.785

9.662

109,0

115,7

Danimarca

8.704

10.058

86,7

124,4

Irlanda

8.969

7.402

106,0

112,7

Ungheria

7.398

nd

72,2

75,3

Portogallo

7.440

6.928

61,7

64,7

Finlandia

4.587

4.726

84,0

80,2

Slovacchia

4.850

nd

88,4

87,5

Grecia

4.150

4.005

40,0

40,0

Svezia

3.781

5.309

51,4

64,7

Lituania

2.899

nd

87,5

Nd

Lussemburgo

391

518

106,0

99,4

Slovenia

nd

nd

nd

Nd

Malta

nd

nd

39,7

45,0

Cipro

nd

nd

62,2

53,3

Lettonia

nd

nd

36,6

34,4

Estonia

nd

nd

75,0

32,0

Fonte Assobirra

Agosto 2006

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