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Dissequestro Birra Cannabis
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Dissequestro Birra Cannabis Si tinge di giallo la vicenda della Appenzeller Hanfblute, la birra svizzera sequestrata nei giorni scorsi su tutto il territorio nazionale dalla Guardia di Finanza, su disposizione della procura di Vasto, che la ritiene adulterata da sostanza stupefacente. La birra prodotta in Svizzera era stata sequestrata anche a Ivrea e nell'Eporediese. Ma a passare all'attacco sono ora i legali della casa produttrice. Secondo lo studio legale di Roma, che rappresenta la ditta elvetica, le cose sarebbero un po' diverse. «Il nostro studio - dicono gli avvocati dello studio Campanelli - assiste per l'Italia la società Hanfblute Bier Company AG, produttrice della "Appenzeller Hanfblute" birra ai fiori e foglie di canapa, nelle scorse settimane soggetta a numerosi sequestri eseguiti dalla Guardia di Finanza, per pretesa violazione della legge sugli stupefacenti e per frode in commercio. Il sequestro della birra Appenzeller Hanfblute fu eseguito dalla Guardia di Finanza presso distributori, pub e ristoranti di tutta Italia in forza di un decreto del 7 ottobre, emesso dal Gip del Tribunale di Vasto, dottor Campli, su richiesta del p.m. dottor Mantini, nell'ambito dell'operazione "Canna-beer"». «Secondo l'accusa - dicono i legali - il contenuto di A-9 Thc, principio attivo della Cannabis, sarebbe stato di 10 mg/100 ml; la difesa ha invece prodotto 9 analisi fra cui quelle effettuate dalla professoressa Lopez, docente di Tossicologia Forense dell'Istituto di Medicina Legale dell'Università La Sapienza di Roma, che hanno dimostrato come il contenuto di A-9 Thc fosse in realtà di soli 3,2 nanogrammi (cioè miliardesimi di grammo) su 100 ml». «In breve - sostengono i legali - a sostegno dell'accusa, i valori del contenuto di Thc nella birra Hanfblute sono stati erroneamente aumentati nella misura di 1 milione di volte (da nanogrammi a milligrammi)». «Con ordinanza del 5 novembre scorso - precisano i legali - il Tribunale del Riesame di Chieti ha accolto il ricorso cautelare proposto da questo studio per conto della società produttrice della birra Appenzeller Hanfblute, disponendo l'immediata restituzione della merce sequestrata alla rete distributiva di vendita. Nonostante questo, alcuni sequestri sono avvenuti, su tutto il territorio nazionale anche in data successiva e, fatto ancor più grave, a tutt'oggi sono stati effettuati pochissimi dissequestri». «Denunciamo perciò - proseguono i legali - la mancata osservanza del provvedimento reso dal Tribunale del Riesame e ci riserviamo di tutelare gli interessi dei nostri clienti a fronte di tale inspiegabile inadempimento. La casa produttrice e la rete distributiva hanno subìto centinaia di migliaia di euro di danni, sia di natura materiale (ad es.: blocco della merce) sia di immagine». «Il dissequestro - concludono i legali - e la documentazione prodotta, confermano che la birra Hanfblute è un prodotto di ottima qualità, assolutamente conforme alla legge, non tossico né stupefacente». Fonte La sentinella del Canavese Novembre 2003 |
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