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Birra,
ostriche e letture da Dublino a Galway
«L’Irlanda la vedi meglio attraverso un boccale di
birra: riempilo di quella nera come la Guinness e ricorderai il buio del
passato, osserva le terre del Nord in trasparenza della rossa Belfast Ale e
capirai come il sangue appena versato tiene ancora prigionieri della Storia,
bevi la bionda Harp e avrai negli occhi l’oro che promette il futuro». Il
vecchio saggio al bancone del pub di Temple street a Dublino introduce così
al suo paese chi gli domanda come capire dove va quest’isola.
Con
in tasca la sue raccomandazione partiamo per un viaggio che dalla capitale
attraversa le quattro regioni di Leinster, Munster, Connaught e Ulster (o
Irlanda del Nord) per raggiungere Galway dove fino al 30 luglio si svolge un
Festival di musica e danza e a settembre il celebre festival delle ostriche.
Joyce scriveva Dubliners, gente di Dublino. Ed in effetti ciò che è più
interessante da queste parti sono le persone che creano un ambiente
cosmopolita più che i musei o l’agglomerato urbano, in sé piuttosto piccolo.
I pub pieni di irlandesi biondi o rossi con le lentiggini appoggiate sulle
candide gote. Le tante Yaiza, simbolo ventiquattrenne della nuova
attrattività di quest’isola, venuta da un’altra isola, Gran Canaria, a
imparare qui l’inglese e trovare un posto da analista finanziaria. Intanto
distribuisce in centro i volantini di una discoteca per studenti.
Attorno a lei, il Medioevo della cattedrale di San Patrizio, le gru, i tanti
cantieri di uno sviluppo futuro dove impiegati sono lavoratori dell’Europa
centrale. I prati di Stephen’s park educati dalla pioggia, i tour di «sightseeing»
per visitare la città dai bus a due piani scoperti, i cantanti pure per la
strada. I «B&B», bed and breakfast, di Lower Gardiner street, appena oltre
il fiume, con i camerieri cinesi a servire uovo, salsiccia e fagioli
dolciastri al mattino. Insomma, Dublino. E soprattutto, «dubliners». Con
loro, secondo un detto locale, «berrete e leggerete». Alle corse dei
levrieri, nelle vie solitarie, tra facciate abbandonate, finestre chiuse,
tra nazionalismo irlandese e un indelebile passato britannico, ormai, qui
non come al Nord, fuori dei discorsi del futuro.
Kilkenny è, nel Leinster, contea di confine col Munster. Prende il nome
dalla chiesa S. Canice del XIII secolo. Seconda tappa del viaggio, è due
strade con le sue case antiche come la Rothe House del 1600. Più un
bellissimo castello del XII secolo, rinnovato in epoca vittoriana e situato
in un immenso parco dove è positivo perdersi per trascorrere qualche ora di
riposo. Proprio di fronte, il Kilkenny Design Centre and Workshops.
Cork dà il nome alla contea più grande del Munster. E' la seconda città
della Repubblica d'Irlanda ed è famosa per il suo prosciutto. Il suo centro
è costruito su un’isola tra le due braccia del fiume Lee a poca distanza dal
mare. E' la lunga Patrick street, arteria dello shopping, con i suoi negozi
e le bandiere dell'Unione europea che sventolano. E' il mercato del 1788
bruciato e rimesso a posto nel 1980. Sono le case colorate che salgono oltre
il fiume fino a Mac Curtain street.
Il percorso che da Cork porta a Galway è uno dei più belli. Sono villaggi
quali Dingle, scogliere mozzafiato come le Cliffs of Moher, il percorso
panoramico a forma di anello sulla penisola di Iveragh nel Kerry, le isole
Aran di roccia calcarea dove si parla ancora gaelicoe dove nel 1934 Flaherty
realizzò il suo celebre documentario L’uomo di Aran.
Per le isole si può partire anche dal porto di Galway. Città in cui si sente
di stare finalmente sull'Oceano. Bellissima, arriva all'acqua con un parco.
Piena di giovani di tutto il mondo che restano fin a sera tardi a parlare
sul molo del Ballyknow Quay di fronte alle case colorate della Long Walk
appena al di là del canale. In High street e dintorni, ballano nei locali e
nelle discoteche famose come la Central park. Mimi e giocolieri per strada.
Pub animati la sera dalla musica dei gruppi in tour per il paese. Dopo le
due di notte le ambulanze a raccogliere i tanti che hanno esagerato.
Per andare a Belfast il viaggio è lungo. Si attraversano il Connemara con
spesse torbiere, fiordi e vette imponenti, l'angolo più romantico
dell'isola, dove nel 1952 fu girato Un uomo tranquillo con John Wayne e nel
1969 Charles De Gaulle, irlandese da parte materna, si ritirò in vacanza nel
piccolo Cashel House Hotel dopo la fine della sua vita pubblica.
Poi il confine con l'Ulster, le contee del selvaggio Donegal, terra del
tweed, di greggi di pecore e di cervi; dell'Antrim, dove si trova la Giant's
Causeway, via dei giganti, con più di 40mila colonne basaltiche di 60
milioni di anni fa. Nella valle del fiume Lagan, Belfast, capitale del Nord
Irlanda, è divisa a metà tra le contee di Antrim e di Down. Nel centro c'è
poco di affascinante, il deserto la sera. Eppure è la meta più interessante.
Per la rivalità tra cattolici nord irlandesi, nazionalisti e protestanti,
unionisti, lealisti. I primi arroccati nel quartiere di Falls road, gli
altri, divisi da un muro, a Shankill road e Sandy row. La situazione dai
disordini degli inizi anni '70 è migliorata e ora si può camminare
tranquillamente ovunque. E anche se la città conserva una tensione ancora
ambigua non è possibile viverla senza un'esplorazione di queste aree.
Via dall'Ulster, ritornando a Dublino, finisce il viaggio. Su di un pullman
della compagnia Eireann che ben collega tutto il paese a compensare la
scarsità delle ferrovie, nella notte irlandese, le luci gialle
dell'aeroporto internazionale. Attorno, parole delle lingue di tutto il
mondo. Italiani, spagnoli, finlandesi.
E' un'Irlanda che, a differenza di quella del Nord, ha lasciato indietro il
passato, beve birra bionda e, tra un boccale e l'altro, non parla più solo
inglese.
ALBERGHI
Il Merrion Hotel è uno dei migliori alberghi di Dublino (www.merrionhotel.com,
tel. 353 1 6030600). Cashel House è l'albergo di campagna dove soggiornò De
Gaulle nel Connemara vicino Galway (www.cashel-house-hotel.com,
tel. 353 9 531001). Il Ten square Hotel è l'albergo di Belfast che ha vinto
il premio 2004/2005 del Belfast Telegraph per l'albergo più di stile ed è
tra i sei alberghi più "sexy" del mondo per Cosmopolitan (www.tensquare.co.uk,
tel. 028 9024 1001).
Fonte
di Francesco Rigatelli su www.lastampa.it
Luglio 2006
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