Informazioni
© 2002 - 2014 - Tutti i diritti sono riservati, è vietato copiare senza autorizzazione queste pagine.
|
La bionda spumeggiante
Una serie di sondaggi ha rivelato che il consumo della birra nel nostro Paese è in continuo aumento, per la sua genuinità, perché si abbina alla dieta mediterranea e perché rappresenta una valida risposta a una pluralità di esigenze. Con il suo apporto moderato di alcol può anche avere effetti benefici. Qualcuno la paragona a una bionda spumeggiante, qualcun altro ne esalta il gusto forte e deciso, altri ne apprezzano invece la gradevolezza, il potere dissetante e soprattutto il basso tasso alcolico. Stiamo parlando della birra, il cui consumo pro capite nel nostro Paese negli ultimi anni ha registrato un costante aumento. Si può dire anzi che la birra è stata riscoperta, e una serie di sondaggi hanno rivelato quali prerogative sono particolarmente apprezzate dagli italiani:
I segreti della birra Ma perché parlare di birra in una rivista, come questa, che si occupa prevalentemente di cultura della salute? Ebbene, il magico “segreto” della
birra non si esaurisce nelle sue peculiari proprietà organolettiche. A
partire da una teoria francese, secondo cui è lecito un apporto di alcol
moderato (25 grammi al giorno per l’uomo, 20 per la donna), sono state
intraprese di recente alcune indagini scientifiche con l’obiettivo di
stabilire se il consumo di questa bevanda potesse avere effetti benefici
sulla salute umana. E i risultati non sono mancati: è emerso infatti che mezzo litro di birra al giorno (pari a 23 grammi di alcol), che è poi il quantitativo ammesso, riduce notevolmente – in pratica lo dimezza rispetto a quello dei non bevitori - il rischio di eventi cardiovascolari, primo tra tutti l’infarto miocardico. La spiegazione – rigorosamente documentata da studi di laboratorio – risiede nella presenza nella birra di due importanti categorie di sostanze: i polifenoli, essenziali nella determinazione del sapore e per la stabilità fisica e chimica della bevanda, e altri microcomponenti a elevato potere antiossidante, in grado cioè di agire contro sostanze tossiche, come i radicali liberi, riconosciuti come possibile causa di aterosclerosi e malattie cardiovascolari. È doverosa una precisazione: le proprietà salutistiche della birra non ne giustificano però un consumo sregolato o eccessivo. L’alcol, infatti, danneggia quasi tutti gli organi del corpo, in maniera sia diretta che indiretta. Vi sono poi due aspetti da prendere in considerazione:
Virtù terapeutiche Per capire le virtù della birra è
utile riassumere brevemente come l’alcol esplica il proprio effetto
dannoso, o meglio tossico. Una volta ingerito, l’etanolo viene assorbito
dall’intestino e giunge al fegato, dove viene trasformato chimicamente. È
proprio in questa fase che esso esercita la sua maggiore azione lesiva, in
quanto le sue modificazioni chimiche comportano la produzione di altre
sostanze in grado di alterare irrimediabilmente i grassi polinsaturi delle
membrane cellulari. Questo processo, detto “perossidazione”, è alla base
non solo di uno stato di sofferenza delle cellule colpite (potenzialmente
tutte quelle dell’organismo, ma in particolar modo quelle di fegato, reni,
cuore e cervello), ma anche dell’inizio della formazione delle placche
aterosclerotiche, cioè depositi di grassi, colesterolo e calcio che a
lungo andare finiscono per ostruire le grosse arterie.
Negli etilisti, inoltre, sono anche scarse le riserve di antiossidanti, ossia sostanze come la vitamina C, la vitamina E e il selenio, in grado di limitare in parte i danni dell’ossidazione. La birra, come il vino, è ricca sia di vitamine e sali minerali, sia di antiossidanti, come appunto i polifenoli. Alcuni studi condotti sugli animali hanno dimostrato che quelli alimentati con birra possedevano una migliore capacità di difendersi dall’ossidazione, ed è stato ipotizzato che addirittura i componenti minori della birra potrebbero neutralizzare l’impatto negativo dell’etanolo in essa contenuto. Due ulteriori studi condotti in Italia su uomini volontari hanno confermato che l’assunzione di birra:
È curioso segnalare che tali effetti sono legati alla birra “in toto”: com’è stato osservato, infatti, la separazione dell’etanolo dagli altri componenti non permette di ottenere gli stessi risultati sopra descritti. Le cifre
Il 47% degli Italiani apprezza sempre di più questa bevanda-alimento: ritenuta tra le bevande più naturali (43,8%), bevuta indifferentemente durante tutto l’anno dal 44,8% dei consumatori, viene considerata compatibile con il moderno concetto di sana e corretta alimentazione. Bevono birra almeno una volta al giorno (consumatori giornalieri) il 5,5% degli italiani, si attestano al 22% i consumatori abituali (almeno 1 volta alla settimana), e addirittura sono in crescita – dal 20,4% al 33,8% - gli sporadici (raggruppa chi la beve almeno una volta al mese e chi se la concede almeno una volta ogni tre mesi). In costante crescita è anche la “cultura della birra”: sale infatti dal 21,2% al 31,2% la percentuale di chi tiene conto della qualità del prodotto nell’acquisto e chi chiede alle riviste specializzate informazioni su materie prime (passando dal 5,5% al 13,2%), processi di lavorazione (dal 5,6% al 14,3%) e tipi di birra (dal 4,8% al 10,1%). L’identikit del consumatore
di birra Maschio, di età compresa tra i 25 e i 34 anni, diplomato, libero professionista o funzionario, spesso single, vive o nelle grandi città del Nord-Ovest (Milano, Torino, Genova) o nelle regioni meridionali, associa la birra ad una maggiore disponibilità verso il prossimo, ama la socialità (come dimostra tanto la sua propensione a circondarsi di amici sia in casa che fuori in qualsiasi giorno della settimana, quanto la sua frequente partecipazione a gite, iniziative esterne e incontri conviviali) e pratica attività fisica sia in palestra che all’aria aperta. In casa un bicchiere di birra lo beve leggendo un libro, navigando in Internet o guardando la tv, oppure come premio dopo un impegno, come ad esempio la cura delle piante. Un Centro per la garanzia di qualità Il Consorzio Birraviva ed il Dipartimento di Scienze degli Alimenti dell’Università degli Studi di Perugia hanno firmato il 17 aprile scorso alla presenza del Rettore dell’Università la convenzione per il “Centro Eccellenza Birra” (CEB), il primo in assoluto, che avrà sede presso l’Ateneo perugino. Scopi del CEB sono promuovere la ricerca nel campo della produzione, dello sviluppo e della certificazione qualitativa della birra anche e soprattutto a tutela del consumatore. In particolare il Centro provvederà alla certificazione dei processi di produzione, dei prodotti e delle materie prime, con particolare attenzione per quanto riguarda l’assenza di organismi geneticamente modificati (OGM, cioè ingredienti ottenuti con manipolazione genetica): gli Industriali della birra hanno, infatti, definito criteri di qualità omogenei per l’acquisto dei cereali, garantendo così tutta la filiera (dal campo coltivato alla birra finita), anche in ottemperanza a una normativa del 1997.
Piercarlo Salari
Fonte Missione Salute
|
© 2002 - 2016 Tutti i diritti sono riservati. I marchi registrati appartengono ai rispettivi proprietari