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Birrificio Menaresta

   

 Indirizzo:  Piazza Risorgimento 1 - Carate Brianza (MI)

Tel. 333 9722858

E-Mail: info@birrificiomenaresta.com

Sito:  www.birrificiomenaresta.com

Risponde alla nostra intervista Enrico Dosoli

Come è nata in Lei la passione per la birra?

Che dire, è nata bevendo birra... fin da ragazzino un amico belga mi  ha insegnato a bere e ad apprezzare le specialità della sua terra e non solo, ho passato molte serate nel suo locale apprezzando la giovialità che una buona birra e naturalmente una buona compagnia può dare

In che modo nasce l’idea di aprire un birrificio nella sua zona?

Ho fatto molta esperienza da hobbysta insieme ad un amico e  compagno di studi ed ora entrambi abbiamo deciso di aprire. La collocazione del birrificio è avvenuta in modo naturale, entrambi lo stiamo aprendo dove viviamo. Nel mio caso la Brianza rappresenta un territorio che sta offrendo molte sorprese per quanto riguarda iniziative e realtà con cui collaborare; chiaramente non sarà solo la Brianza che darà stimoli alla produzione del birrificio

In che modo proponete le vostre birre? Ovvero la distribuite nel vostro locale o la fornite ad altri gestori della zona?

Inizialmente non avremo una mescita anche se in futuro non è da escludere, distribuiremo quindi le nostre birre ad altri gestori, soprattutto della zona ma non solo.

Nel  caso in cui Lei distribuisse le sue birre in altri locali, vi preoccupate di realizzare dei corsi di formazione per coloro che poi distribuiscono la vostra birra nei locali, ovvero vi preoccupate del mondo col quale la  spillano, la conservano, la servono ai tavoli, e quindi temperatura di  servizio e gestione dei bicchieri?

Chiaramente i distributori o meglio i gestori con cui siamo in contatto condividono, e quindi apprezzano, il concetto di birra di qualità. Sarà nostro interesse informare e fare dei corsi sia sulla produzione che sulla spillatura. Comunque il rapporto che vogliamo e che  stiamo instaurando con ognuno di loro non è puramente commerciale ma finalizzato ad un concreto scambio di conoscenza e di amicizia

Quale delle sue birre incontra il maggior riscontro del pubblico?

Vedremo!

In Italia ormai ci sono quasi duecento microbirrerie e brewpub. Il fenomeno è in crescita considerevole, ed è probabilmente un segnale di malessere nei confronti dell'appiattimento del gusto di alcune birre industriali. Cosa pensa di questo trend di crescita?

È sicuramente una segnale di malessere verso l’appiattimento del gusto ed anche una riscoperta dell’artigianato, cosa secondo noi di importanza considerevole. In quanto alla crescita notevole non possiamo che esserne contenti, essendo tra l’altro arrivati per ultimi. L’importante è proporre delle birre di qualità e non cadere nell’errore che artigianale è sinonimo di qualità!  un aspetto importantissimo inoltre è la passione con cui si produce una birra, l’artigiano deve averne in quantità, deve “cucinare” la sua ricetta sempre al meglio!!  Il numero di birrifici continuerà a crescere ancora e ciò sarà solo positivo per il settore (utif permettendo!); lo spazio di mercato credo sia ancora ampio per gli artigiani della birra.

Conoscete manifestazioni come Pianeta Birra a Rimini, Cheese a Bra, Expogusto a Milano, Artebirra Pasturana, Salone della Birra artigianale a Milano, cosa ne pensate e avete intenzione di partecipare nei prossimi mesi a qualcuna di esse?

Sono manifestazioni importanti che danno una buona visibilità alla birra artigianale. La partecipazione di gruppo, attraverso le diverse associazioni, è cosa fondamentale che dà più forza al settore. 

Assobirra per la birra industriale, Unionbirrai per quella artigianale, pensa che possano fare qualcosa per la vostra attività e su cosa gli chiederebbe di impegnarsi per risolvere le vostre problematiche quotidiane?

Noi stiamo addentrandoci ora nel mondo della produzione e quindi nelle problematiche reali, non vogliamo chiedere qualcosa ma avanzare delle proposte su cui lavorare per poter risolvere alcune questioni. Le questioni nel merito sono sia di carattere fiscale che sulla produzione vera e propria... mi riferisco al costo dell’accisa e al suo accertamento che incide poi sul costo finale della birra, mi riferisco ai costi energetici e all’impatto ambientale che la produzione di birra può avere, mi riferisco agli strumenti che possono migliorare la qualità del prodotto; tutte cose che si stanno affrontando ma che bisogna sempre mettere in evidenza.

Ha in mente per il futuro prossimo qualche nuova creazione, o qualche specialità, che vuole anticiparci?  

Di idee ce ne sono diverse, vedremo quali diverranno concrete...

Cosa ne pensa del mondo birrario artigianale, ovvero del modo col quale si sta  procedendo, le scelte che si sono fatte in passato e se ha delle proposte per  rendere i consumatori più consapevoli delle differenze radicali che esistono tra birra industriale e artigianale.

Come detto innumerevoli volte ha avuto e continua ad avere una crescita fenomenale; delle scelte fatte in passato ho un giudizio fondamentalmente positivo però sottolineo la necessità di unire le forze e non disperderle nelle diverse associazioni. Tutti dovremmo collaborare insieme, gioverebbe sicuramente. Riguardo alla consapevolezza del consumatore sul valore aggiunto di una birra artigianale credo debba pesare di più l’aspetto della ‘territorialità’: sebbene, giustamente, un microbirrificio è proiettato verso un mercato che è sempre di più internazionale, a livello locale dovrebbe contare il legame autentico col territorio, inteso come contributo reale a un’economia fatta di piccoli produttori artigiani (e  includo i produttori di tutti i beni enogastronomici: pane, salumi, formaggi, miele, ortofrutticoli, vino... e quindi anche birra), un’economia di filiera breve, ‘dal produttore al consumatore’, con materie prime rintracciabili, modalità di produzione visionabili, informazioni sempre disponibili e prodotti ‘reali’, ‘veri’, che non vivono di solo marketing; insomma, un nuovo rapporto, più autentico e diretto, tra produttore e consumatore, in cui siano contemplati anche valori socio-economici, o addirittura etici. Per usare una formula coniata dal movimento ‘slow food’: la proposta di un prodotto sempre ‘buono, pulito, giusto’. 

Marzo 2007

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